Monday, October 24, 2011
Marco Simoncelli Morti
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Valentino Rossi sulla morte di Simoncelli: “Sic era un amico, mi mancherà un sacco”
Ieri mattina la tragica notizia della morte di Marco Simoncelli, avvenuta durante il Gran Premio della Malesia sul circuito di Sepang e che ha visto protagonisti anche Colin Edwards e Valentino Rossi. Proprio sul ducatista hanno cominciato a circolare delle voci di corridoio che parlavano di un ritiro imminente dalle competizioni sportive. Ma questa indiscrezione è stata smentita da un twitter ufficiale di Uccio, amico per eccellenza di Rossi. Il commento ufficiale di Vale è arrivato nella tarda serata di domenica.
Che la morte improvvisa di Simoncelli avesse scosso Rossi, lo si era capito guardando le immagini successive all’incidente quando Vale si mette le mani sul casco e arrivato nel box comincia a piangere per l’amico Sic.
Sono arrivate ieri sera e affidate al social network Twitter, le prime parole ufficiali di Rossi sulla morte di Simoncelli: “Il Sic per me era come un fratello minore, tanto duro in pista come dolce nella vita. Ancora non posso crederci, mi mancherà un sacco”.
Nel pomeriggio di ieri si sono rincorse anche ipotesi sul fatto che Valentino medita il ritiro dalla MotoGP. Dei falsi profili su Twitter e Facebook pubblicavano fantomatiche lettere di addio al povero Marco e ll’intenzione di smettere con le moto.
Ma a screditare queste ingannevoli voci di ritiro, ecco il Tweet di Uccio e anche quello di Davide Brivio redatto in lingua inglese: “Many are asking about Vale stopping races. This not absolutely true and I’m sorry even that I have to explain it”; che tradotto diventa: Per quelli che lo chiedono, Vale non sta pensando assolutamente di smettere. Mi dispiace che girino queste notizie false in momenti così.
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Motociclismo, In memoria - Marco Simoncelli e Dan Wheldon, morti in corsa (Pictures)
Marco Simoncelli, morto in corsa a Sepang
Marco Simoncelli è morto pochi minuti fa, sul circuito di Sepang in Malesia. È caduto durante il primo giro della penultima corsa del Mondiale MotoGp 2011 e i piloti che lo seguivano, Colin Edwards e Valentino Rossi, non sono riusciti a evitare di investirlo.
Domenica scorsa 16 ottobre, sul circuito di Las Vegas, era morto Dan Wheldon durante l'ultima corsa del campionato IndyCar. Alcuni piloti che lo precedevano si sono tamponati, e lui non è riuscito a tamponare a sua volta, però il contatto delle ruote ha fatto da catapulta e la sua macchina è finita contro il muro perimetrale della pista.
Entrambi erano piloti di primo piano, vincenti. Abituati a spostare un po' più in là i limiti dell'umano - che però è un mestiere rischioso.
La dinamica dell'incidente di Simoncelli è forse spiegabile (ci ha provato a caldo Nico Cereghini su Italia 1, qualche minuto dopo il fatto) con il controllo elettronico della trazione. Quando si cade con una moto in curva, come ha fatto Simoncelli a giudicare dalle immagini che la tv malese ha diffuso, la forza centrifuga tende a spingere via per la tangente sia mezzo sia pilota - e se ciò fosse avvenuto nessuno lo avrebbe investito. Invece la Honda aveva il controllo di trazione, per cui la ruota posteriore ha continuato a girare e ha spinto mezzo e pilota in mezzo alla pista, dove passavano gli altri.
Il problema è che il controllo di trazione è stato introdotto anche per evitare l'high side, ovvero la modalità di caduta più abituale per molti anni nelle corse motociclistiche.L'high side produceva fratture perché il pilota era proiettato in alto e cadeva scompostamente sulla pista - il controllo di trazione fa scivolare il pilotasenza sbalzarlo in alto.
Uno strumento concepito per aumentare la sicurezza... ha contribuito a rendere mortale una caduta.
Nel caso di Dan Wheldon a rendere l'incidente mortale è stato il contatto delle ruote, che la auto di IndyCar (così come quelle di Formula 1) hanno scoperte: se una macchina tocca con una ruota anteriore la ruota posteriore di una macchina che la precede, è possibile che il risultato delle rotazioni reciproche produca il decollo della macchina che segue. Anche in questo caso la motivazione del tenere scoperte le ruote è di aumentare la sicurezza, perché si creano vortici d'aria capaci di far diminuire la velocità delle vetture.
Ma la dirigenza della IndyCar aveva pensato di rendere molto più difficili i contatti tra le ruote facendo costruire alla Dallara, l'azienda che fornisce i telai a tutte le auto di quel campionato, un modello per il 2012 con paratie protettive sulle ruote posteriori.
Tra i collaudatori del nuovo modello c'era stato anche lo stesso Wheldon... morto nell'ultima corsa in cui si utilizzava il vecchio modello.
Sia Simoncelli sia Wheldon non erano dei piloti di secondo piano, che rischiavano oltre il loro talento. Simoncelli correva nel motomondiale dal 2002, quando aveva 15 anni, ed era stato campione Mondiale della 250 cc nel 2008. Wheldon si era fatto notare da ragazzo vincendo 8 campionati inglesi di kart, e nella IndyCar ha cominciato a correre nel 2002 a 24 anni vincendo il titolo nel 2005 e 2 volte la 500 miglia di Indianapolis.
Marco, morto per restare in pista La passione fatale di Simoncelli
SSic, così. Così forse doveva essere la sorte di Marco Simoncelli, chiamato da amici e tifosi con quel soprannome: Sic. Adesso alcuni azzarderanno anche un acronimo per quel nome, insieme al R.i.p. (Riposa In Pace) che tanti, da Valentino Rossi a molti suoi tifosi hanno scritto su twitter e manifesti. ic, ovvero "Sei In Cielo". A Coriano, il suo paese, è lutto pieno in attesa che la salma torni a casa, da Sepang, domani.
Una vita a tutto gas - A lungo però Marco è stato attaccato a terra, o meglio all'asfalto. Anche ieri ha tenuto aperto il gas fino in fondo, per non mollare, per non uscire di pista, per non rinunciare alla gara. E' morto perché tremendamente attaccato al suo sport. Ecco perché la sua moto ha preso quella direzione apparentemente innaturale, non proseguendo lungo la tangente, ma convergendo verso il centro. Una manovra che sembrava sfidare le leggi della fisica, la forza centripeta che si impone sulla forza centrifuga. Alcuni hanno pensato a un malore, altri a un difetto della moto. E invece no, Marco ha voluto restare dentro fino all'ultimo, a tutto gas, com'era nel suo stile. Un'abitudine a staccare solo all'ultimo che aveva preso dal suo amico e mito Valentino, che gli era dietro in quel momento fatale.
L'ultimo video: "Ho voglia di correre" - Dopo tutto, la voglia di scendere in pista Marco l'aveva dimostrata già alla vigilia della gara di Sepang. “Ho voglia di correre - e magari di salire sul gradino più alto del podio”, aveva detto nel suo ultimo video pubblicato sul suo canale su Youtube. Frasi ricorrenti per l'innamorato di moto Simoncelli. A inizio luglio, prima della gara del Mugello, il motociclista sognava di rifarsi dopo il gran premio andato male ad Assen e aveva annunciato: "La moto va bene e non vedo l’ora di tornare in pista domani mattina". Forse non lo perderà neppure ora, Simoncelli, il suo Gran Premio: la ricompensa che spetta ai giusti morti troppo giovani.
L'ultimo video: "Ho voglia di correre" - Dopo tutto, la voglia di scendere in pista Marco l'aveva dimostrata già alla vigilia della gara di Sepang. “Ho voglia di correre - e magari di salire sul gradino più alto del podio”, aveva detto nel suo ultimo video pubblicato sul suo canale su Youtube. Frasi ricorrenti per l'innamorato di moto Simoncelli. A inizio luglio, prima della gara del Mugello, il motociclista sognava di rifarsi dopo il gran premio andato male ad Assen e aveva annunciato: "La moto va bene e non vedo l’ora di tornare in pista domani mattina". Forse non lo perderà neppure ora, Simoncelli, il suo Gran Premio: la ricompensa che spetta ai giusti morti troppo giovani.
Location:
United States
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